PUÒ UN BANCHIERE ESSERE ANARCHICO? | GOOD IN ITALY WEBTV
2018
PUÒ UN BANCHIERE ESSERE ANARCHICO? di Daniela d'Isa
Date: 07/10/2018
ARTE | CULTURA | SPETTACOLO
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PUÒ UN BANCHIERE ESSERE ANARCHICO? di Daniela d'Isa
“Può un banchiere essere anarchico?”. In ottantadue minuti serrati di (quasi)monologo che si susseguono d’un fiato senza che lo spettatore perda una sola parola, il protagonista di questo singolare, raffinato, colto ed elegante film, ci convince che sì, lo può essere. Arriva ad esserlo dopo una decisione ponderata e anni di lotta. Vincitore del Premio Persefone al Festival del Cinema di
Venezia 2018, diretto e interpretato da un fantastico Giulio Base (prova d’attore la sua di che andar fieri), con la partecipazione di Paolo Fosso, nella parte del vecchio amico e degna spalla (quanto teatro insieme e si sente!), “Il banchiere anarchico” riaprirà il cinema Quirinetta a Roma il 10 ottobre e poi partirà con una tournée che toccherà tra le altre città, Genova, Milano, Torino, Palermo, Messina, Reggio Calabria, Cosenza, Napoli, Firenze.
Non a caso abbiamo scritto tournée perché nel 1994 Base, giovanissimo tradusse in un testo teatrale ( che interpretò con un anche lui giovanissimo Fosso)“O’ banqueiroanarquista- Conto de raciocinio” dello scrittore portoghese Fernando Pessoa, scritto nel lontano 1922 e per certi versi ancora attualissimo, e poi quest’anno ne ha scritto un soggetto e una sceneggiatura, e “ umilmente ho azzardato farne cinema”. Così dice a noi di GoodinItalywebtv Giulio Base, torinese, 54 anni, regista, attore, laureato in storia e critica del cinema e poi ancora in teologia patristica, innamorato di Pessoa a tal punto di aver studiato il portoghese dopo aver letto tutti i testi tradotti in italiano dello scrittore di Lisbona.
Tiziana Rocca (il film è prodotto da Agnus Dei con Rai Cinema e coprodotto da Solaria Film e Alberteam Group) ha osato puntare su un film che è decisamente contaminazione tra teatro e cinema, senza nulla chiedere a Base “perché Giulio era posseduto da Pessoa”. Le scene di Valter Caprara sono eleganti, l’abito di Base di Piattelli, i gioielli di Gerardo Greco ( “abbiamo cercato il meglio del Made in Italy”), i divani di Natuzzi.
“Ho provato a guardare in faccia il potere per sfidarlo, senza satira. È il film che avrei sempre voluto fare e non ne avevo il coraggio”. Conclude Base.Se volete leggere'Il banchiere anarchico' trovate una nuova riedizionein libreria con Nova Delphi. In copertina il manifesto del film.