SUL GREEN CARPET SI E’ CHIUSA MILANO FASHION WEEK - GOOD IN ITALY

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SUL GREEN CARPET SI E’ CHIUSA MILANO FASHION WEEK di Stefania Giacomini
Date: 17/09/2019
MODA | CULTURA
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SUL GREEN CARPET SI E’ CHIUSA MILANO FASHION WEEK di Stefania Giacomini

A Valentino è stato consegnato dalla star internazionale Sophia Loren il premio Green Carpet Fashion Award , terza edizione, organizzato dalla Camera Nazionale della Moda,  guidata da Carlo Capasa, che ha fatto della sostenibilità una priorità. Il premio è mirato a riconoscere lo sforzo di esponenti e stilisti della moda verso politiche ‘green’ eppure ci si chiede quanto il divino Valentino, abbia portato avanti iniziative ‘verdi’.  
Sulle passerelle però il tema ambiente è stato trattato: il grande Giorgio ha ispirato la sua collezione Emporio Armani all’aria , nei colori  tenui (dal cipria al verde acqua, dai celeste mescolati ai ‘greige’) e nelle linee fluide sfioranti il corpo. Sono gli accessori a dare il tocco metropolitano e deciso per una donna sempre più consapevole della maggior purezza dell’ambiente. L’energia solare è celebrata da Missoni: ai bordi della piscina dei Bagni Misteriosi, ha sfilato una collezione leggerissima in maglia, tanto fine da avere la consistenza e la trasparenza del tulle. Il che consente infinite sovrapposizioni. Con il buio che cala, (un effetto luci naturale), modelle e modelli hanno concluso  lo show, “sfoggiando” una pila a batterie solari con la forma di sole. La moda dunque guarda con più attenzione ai messaggi che veicola come Daniela Gregis, bergamasca, da tempo ha conquistato mercati internazionali, dagli Stati Uniti al Giappone. “La mia collezione nasce dal miele , dai lavori manuali come la moda artigianale, discorso che da sempre portiamo avanti” dice la stilista . Nel chiostro di S.Ambrogio hanno sfilato morbide silhouette per donne e uomini  di tessuti naturali ,dai colori tenui che vanno dal panna al celeste cielo, alle calde tonalità  della terra ,  ravvivati da spruzzate di colore , da copricapi africani e come borse ,cesti di frutta e biscotti . Un omaggio alla qualità , al ben fatto. E un inno all’Italia come orgogliose capacità artigianali e creative  è stata, anche, la collezione di Ermanno Scervino, due persone che nel made in Italy hanno sempre creduto. La conferma arriva da una collezione che ha presentato, con grande gusto, l’intimo come abito pubblico, tratto distintivo della maison, e con materiali d’eccellenza come piume realizzate con pizzi valencienne. Il giorno lo stile è piuttosto androgino, la sera  organze e pizzi plissettati esaltano la sensualità  femminile attraverso giochi di trasparenza.
La manifattura perfetta ed accurata della collezione Fendi, presentata stavolta sotto la sola direzione di Silvia Venturini Fendi, conferma il valore del concept e della qualità italiani sebbene il marchio, nato decenni fa dalle cinque sorelle Fendi, ormai è di proprietà di una multinazionale. “La collezione , seguita da centinaia di persone – dice Silvia Venturini Fendi  – è nata da emozioni di viaggi lontani“ Collezione che vuol far sognare donne giovani dal gusto deciso. In passerella perfette le giacche leggere come piuma e con lavorazioni quasi arabesche.
Che cosa è la moda “un mestiere senza tempo che insegue sempre il tempo dove oggi è già domani e spesso dopodomani “ è il credo di Lavinia Biagiotti, figlia d’arte della regina del cachemire Laura Biagiotti la prima a sfilare in Cina. Al Piccolo Teatro alla presenza anche di Vincenzo Spadafora ora ministro dello dello Sport e della Gioventù. In passerella ha sfilato un gioioso guardaroba all’insegna della leggerezza, dei colori vivaci come il rosa fucsia, il giallo senza mai dimenticare il bianco. Un presente che gioca col passato con gli ‘abiti da bambola’ evidenziati da fiocchi da applicare sui capelli. Un presente che guarda al futuro con il lancio di un nuovo profumo ‘Forever’ perche “ il profumo – ricorda Lavinia le parole della sua amata madre – è l’abito dell’anima”. Lavinia ama sia  Milano che Roma , ma se la città meneghina più che mai si afferma città mittel europea e punto di riferimento mondiale per la moda cosa fare per rilanciare Roma ormai decadente? A questa domanda risponde che crede nel sistema made in italy fatto di varie realtà e luoghi. Risposta diplomatica ma certo non è lei che cambierà il destino della capitale ormai in discesa anche nel settore. Fatto sta che molti talenti anche  Mario Dice, formazione in alcuni atelier romani d’alta moda si è trasferito a Milano e con successo ha presentato l’ ultima collezione, omaggio al 1969 con l’uso di stampe mimetiche ma mirabilmente contaminate con preziosi ricami
Una riflessione però sorge da questa settimana di collezioni. Le proposte sono di gusto, di fattura accurata e si ritorna per lo più al sobrio eppure ad assistere in prima fila ci sono state  carovane di blogger ed ‘influencer’, molte ormai milionarie, vestite in maniera improbabile. Come potranno ‘ influenzare il gusto delle ‘ follower’ in visibilio e in attesa  delirante all’uscita delle sfilate con questi ‘ look’cosi’ eccessivi e di cattivo gusto? In molti si augurano che il sistema moda si renda conto che  il loro beniamini cosi conciati possono avere un affetto negativo sul pubblico. In primo piano dovrebbero restare le collezioni. Tutto il resto è  noia….


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