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CASTELLI IN GREEN, IL FUTURO IN UN GIORNO
di Loredana Gelli
ATTUALITA'

25 ottobre 2020, tutti attendono il nuovo decreto governativo anti Covid-19. Il lago “Albano”, nel comune di Castel Gandolfo, sembra invitare i visitatori a vivere il tepore di questa domenica di ottobre e a mettere da parte, per un po’, la pesantezza del momento: c’è chi fa jogging, chi si dedica al canottaggio e chi semplicemente trascorre qualche ora all’aperto. Un gruppo di giovani volontari e studenti universitari si è dato appuntamento al “porticciolo”. Sono armati di guanti, mascherine, sacchi di plastica e rastrelli e hanno deciso di pulire le sponde del lago da ogni genere di rifiuto. Hanno risposto al tam tam su Instagram e Facebook di una neo associazione il cui nome rivela inequivocabilmente l’anima ecologista: “Castelli in green”.
Questo “evento di pulizia” vuole puntare i riflettori sulla necessità di salvaguardare il lago, paradiso di biodiversità.
“Il Progetto nasce dall’esigenza di creare un collettivo di volontari per mettere in atto azioni di sensibilizzazione e formazione sui temi legati all’ambiente” spiega Filippo Piluso, cofondatore dell’associazione. Anche se Castelli in Green è nata di fatto durante la pandemia da Covid-19, l’idea parte da lontano, da esperienze maturate nel Consiglio Comunale dei Giovani di Albano, nel Circolo di Legambiente Appia Sud il Riccio, nell’ambiente universitario e dopo aver svolto attività in diversi comuni dei Castelli Romani. Il catalizzatore principale è stato il campo di volontariato internazionale ambientale organizzato con Legambiente nel Luglio del 2019.
“Ci siamo detti: quale momento migliore per aiutare il pianeta a difendersi dalla distruzione ambientale?”, continua Filippo “spesso ci dimentichiamo che, se ci troviamo in questa situazione, lo dobbiamo al danno causato al pianeta, brutalmente usato e abusato come se potesse offrirci risorse inesauribili”.
L’obiettivo dell’organizzazione è quella di fare rete con le altre associazioni ambientaliste ed ecologiste operanti principalmente nell’area dei Castelli Romani ma con un occhio alle realtà internazionali. Il direttivo è composto da ragazzi che hanno in media 24 anni, liberi da qualsiasi sovrastruttura di tipo ideologico o politico. Tutti si occupano di ambiente anche nel proprio ambito professionale e di studio. Eccoli: Valeria Garbato studentessa di ingegneria ambientale, Riccardo Casini laureando in Ecologia, Filippo Piluso laureato in diritto internazionale con specializzazione su tematiche ambientali, Matteo Facondini ingegnere gestionale, Livio Ricci assistente sociale, si occupa di progetti trasversali in tema di sostenibilità, Giada Giuliano studentessa di scienze politiche, Eleonora Vinci e Luca Galanti laureandi in giurisprudenza e attivamente presenti nella politica del territorio, (politica intesa nel senso di Jules Renard ovvero “occuparsi di vita”) e, infine, Michelangelo Fratianni e Gabriele Tramontozzi responsabili del reparto artistico foto-video e video making, provenienti rispettivamente dal DAMS di Roma Tre e dalla facoltà di cinema dell’Università Sapienza di Roma. Insieme, trainano una rete sociale in continua espansione. Gli “eventi di pulizia” che organizzano una volta al mese nelle aree più critiche dei Castelli sono anche la risposta alle segnalazioni dei cittadini che inviano foto o richieste sul profilo Facebook o Instagram di Castelli in Green. Filippo e gli altri membri del direttivo hanno organizzato anche momenti di formazione nei quali hanno coinvolto diversi partner come, per esempio, quello svoltosi l’estate scorsa presso il BioDistretto del Parco Romano che ha visto la partecipazione di Bentu Energia, una realtà innovativa nel mondo dell’eolico, di “Idroluppolo” che si occupa di agricoltura sostenibile, Chiaraperibambininelmondo ONLUS con la quale si è parlato di sprechi alimentari e di Francesco Caggiano, un giovane documentarista, che sul suo canale YouTube conduce con successo un format di divulgazione naturalistica.
“Il nostro obiettivo” conclude Filippo Piluso “è quello di crescere e di andare oltre il territorio. Occorre una visione globale perché abbiamo superato la soglia di non ritorno. Per questo motivo ogni giorno è determinante per il futuro del pianeta e, di conseguenza, per il nostro futuro”.
Non possiamo che essere orgogliosi di questi giovani chi fanno dell’ambiente una ragione di vita. L’augurio è che il loro esempio sia contagioso e stimoli le istituzioni a valorizzare il loro operato incentivando progetti che li veda coinvolti assieme alle altre realtà associative del territorio.


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