TINA ANSELMI UNA VITA PER LA DEMOCRAZIA - GOOD IN ITALY

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TINA ANSELMI UNA VITA PER LA DEMOCRAZIA

2023

TINA ANSELMI UNA VITA PER LA DEMOCRAZIA di Daniela d’Isa
Omaggio su RaiUno

La chiamavano “Tina vagante,perchè era libera”, ma anche “donna ponte”. La storia della prima donna ministra della nostra Repubblica (a 49 anni nel 1976) arriva in televisione martedì 25 aprile su RAIUNO in prima serata con TINA ANSELMI, UNA VITA PER LA DEMOCRAZIA.

Nata a Castelfranco Veneto nel 1927 (dove è morta a 89 anni nel 2016), quando a soli 16 anni a Bassano vede 31 uomini impiccati dai tedeschi, decide subito di diventare partigiana. Fa la staffetta e pedala senza sosta tra Castelfranco e Treviso portando documenti e informazioni e tra i partigiani conosce anche un ragazzo, Nino, di cui si innamora, ma la storia avrà un triste epilogo. Nel ’44 si iscrive alla Democrazia Cristiana. Frequenta l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e si laurea in lettere. Nel 1945, alla fine della guerra, diventa paladina delle ingiustizie sulle donne. In particolare quelle che lavorano nelle filande e che tutto il giorno tengono le mani dentro l’acqua bollente per tirar fuori dai bozzoli dei bachi il filo della seta. Da qui inizia la sua vita nel sindacato. Troppe ingiustizie: le donne guadagnano tanto meno degli uomini (oggi questa disparità anche se minore, esiste ancora), una donna che si sposa può essere licenziata. Ecco che Tina pone le basi per quella che diventerà la Commissione per le Pari Opportunità. Poi dopo essere stata ministra del Lavoro e della Previdenza Sociale, diventa nel 1979 ministra della Sanità e firmataria della legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale. Nel 1981 è Presidente della Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2.
Molti ne ricordano l’integrità e la forza, ma in famiglia e tra gli amici era seria, ma non seriosa. Anzi si divertiva a fare scherzi, era gioiosa. Così l’abbiamo conosciuta negli Anni Ottanta e la ricordiamo con rispetto e riconoscenza, perché sì, come il titolo del film, le riconosciamo aver dedicato la vita alla democrazia e ai diritti delle donne, persino l’aborto, lei cattolicissima. Firmò infatti nel 1978 la legge 194 per l’interruzione volontaria della gravidanza.
Il regista del film LUCIANO MANUZZI in conferenza stampa ne ha sottolineato proprio la gioia che aveva nell’intendere  la politica come desiderio di mettersi al servizio degli altri; ANNA VINCI, la scrittrice dai cui due libri (uno scritto a quattro mani proprio con l’Anselmi) il film ha preso spunto, la rarità; SARA FELBERBAUM che la interpreta dall’adolescenza fino alla maturità, ha detto di aver lavorato sullo spirito e sulla determinazione, non provando neppure a somigliarle fisicamente.

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