GEOLIER VINCE A SORPRESA LA SERATA DELLE COVER E STASERA LA FINALE
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GEOLIER VINCE A SORPRESA LA SERATA DELLE COVER E STASERA LA FINALE di Daniela d'Isa
Fischiare e uscire in massa dal teatro Ariston mentre il vincitore della serata delle cover Geolier sta cantando sul palco con Guè, Luchè e Gigi D’Alessio, non fa onore al pubblico di Sanremo. Dobbiamo confessare che è sembrato inspiegabile anche a noi, erano le due stanotte, apprendere che il ventitreenne rapper napoletano aveva vinto superando la struggente interpretazione di Angelina Mango (con il quartetto d’archi dell’orchestra di Roma) de “La rondine”, una delle più belle canzoni di suo padre Pino Mango scomparso nel 2014, quando lei aveva 12 anni. E’ arrivata seconda. Non ha vinto neppure ALFA, che con Roberto Vecchioni ha regalato un momento di grande intensità cantando “Sogna ragazzo sogna”, in cui il cantautore ottantenne sembrava passare il testimone al giovane genovese. Magnifici insieme. Non ha vinto Irama, che con un Cocciante in formissima ha cantato “Quando finisce un amore”. Alla fine del duetto Cocciante ha voluto dedicare al pubblico dell’Ariston un canto a cappella “Dato il momento difficile che sta vivendo il mondo”. Le strofe che ha intonato sono tratte dalla sua opera più nota, “Notre Dame de Paris”: “Vivere per amare, amare quasi da morire, morire dalla voglia di vivere, amare, dare l'anima alla vita, morire dalla voglia di vivere, con la voglia di vivere”- e poi -“Vita che non sia vietata, che non sia proibita”, un chiaro messaggio di pace di speranza.
Nell serata più attesa del Festival, quelle delle cover, non hanno vinto neppure Fiorella Mannoia e Francesco Gabbani che hanno rievocato spiritosamente il Sanremo del 2017, quando sembrava che la vittoria fosse di Fiorella con “Che tu sia benedetta” e invece vinse Gabbani con “Occidentali’s Karma” e lui si inginocchiò quasi a chieder perdono. Non ha vinto Annalisa, che con la Rappresentante di Lista ha interpretato in maniera potente “Sweet dreams”, brano simbolo degli Eurythmics (terza classificata). E potremmo continuare. Ma sarà proprio una questione generazionale, boomer contro generazione Z, che ci impedisce di comprendere il successo di Geolier? L’81% dei quasi dodici milioni che ieri sera si sono divertiti, hanno cantato e ballato, sono tra i 15 e 24 anni e il 78,9% ha meno di 54 anni. E in conferenza stampa stamani è stato ribadito che Geolier è l’idolo dei ragazzini a Milano quanto a Napoli. A proposito di Napoli, veramente indegni gli haters che stanno augurando on line il risveglio del Vesuvio o insinuano che la camorra ha lo zampino sulla vittoria. Ieri sera brava, bravissima la coconduttrice Lorella Cuccarini che ha fatto un medley della sua carriera tra teatro, tv e canzoni. Quasi uno sberleffo ci è sembrato invece, all’una e cinquanta, vedere i Jalisse coronare il loro sogno di ricantare all’Ariston quel “Fiume di parole” che valse loro la (contestatissima) vittoria del Sanremo 1997. Come pure tutta la vicenda della protesta degli agricoltori che si è poi risolta (davvero?) in qualche minuto di lettura di un documento portato in gran fretta ad Amadeus. Ieri c’è stata anche ultima “puntata” di VivaRaidue dal glass di Fiorello davanti all’Ariston. Onestamente si ha l’impressione che la trasferta di Fiorello a Sanremo sia servita più alla città che al Festival. Insomma, come direbbe Fiorello, col glass si sono divertiti i “poveri” che non avevano tutti soldi che hanno speso i “ricchi” per un posto in platea in teatro.
Stasera si comincia con l’Inno di Mameli suonato dalla banda dell’esercito e Fiorello coconduce col suo amico fraterno: “38 anni di amicizia e comunanza per me è un fratello” ha dichiarato Amadeus. Tutti e 30 gli artisti ricantano le loro canzoni (si veda nella foto l’ordine di uscita), direttamente dalla Royal Opera House di Londra arriva Roberto Bolle e poi Luca Argentero (“Doc”) e Gigliola Cinquetti che canterà dopo 60 anni dalla vittoria al Festival della Canzone del 1964 “Non ho l’età”. Avete anche voi la febbre del sabato sera? Ogni allusione è puramente casuale.