L’ANTICA MONTERANO, UN BORGO SOSPESO NEL TEMPO di Loredana Gelli
2025

Monterano è un sito unico dal fascino mistico. Immerso nella natura all’ombra del Monte Sassano, nella Tuscia più misteriosa, è il luogo perfetto per chi ama fare trekking e passeggiate a cavallo sulle orme della storia. 





Ci si arriva partendo da Montevirginio, borgo cinquecentesco che prende il nome da Virginio Orsini, esponente di spicco della nobile famiglia che governava il feudo.
In epoca medievale Monterano raggiunse il suo massimo splendore e divenne uno dei centri più importanti dell’area Sabatina. Passato dagli Anguillara, agli Orsini e, infine agli Altieri, assunse un incredibile prestigio proprio grazie a questa casata che fece realizzare anche l’Olmata.

L’imponente viale che accoglie il visitatore delinea il percorso, tuttora esistente, che collega ad anello Montevirginio con l’Antica Monterano, Oriolo, l’Eremo dei Carmelitani Scalzi, Canale Monterano e le suggestive cascate di Domitilla. Gli originali olmi, progressivamente ammalati, sono stati sostituiti da bagolari e querce.
Davvero sorprendente alla vista, l’Antica Monterano racconta il suo passato tra gli spettacolari scorci che appaiono all’improvviso lasciandoci senza fiato.
Seguendo il sentiero etrusco ci appaiono prima i resti di un acquedotto seicentesco a due ordini di arcate

poco dopo la Chiesa di San Rocco e, infine i resti del Palazzo Altieri, una fortezza del XII/XIII secolo dove, in effetti, la famiglia Altieri non visse mai stabilmente preferendo il Palazzo di Oriolo.

Fu Papa Clemente X, rampollo della famiglia Altieri, che arricchì Monterano di numerose opere architettoniche e scultoree commissionate al giovane Gian Lorenzo Bernini come la Fontana del Leone. L’architetto fece costruire la statua leonina, da cui sgorgava l’acqua che si riversava nella sottostante fontana, incastonandola nello sfondo naturale delle rocce. Quella che vediamo è una riproduzione, l’originale opera scultorea è conservata all’interno del Municipio di Canale Monterano.

Sempre del Bernini è la fontana ottagonale (fedele riproduzione dell’originale posta nella Piazza del Municipio di Canale Monterano) che spicca nel piazzale antistante a quello che resta della chiesa e del convento di San Bonaventura, importante centro religioso voluto da Angelo Altieri, Papa Clemente X. Il progetto fu terminato dal Bernini nel 1679 e realizzato sotto la direzione di Mattia De’ Rossi che lo fece costruire in asse con la porta del paese dedicata a San Bonaventura

L’antico abitato di Monterano, che le opere del Bernini avevano trasformato in una piccola capitale barocca, fu bombardato nel 1799 dalle truppe napoleoniche sbarcate nel porto di Civitavecchia. Gli abitanti superstiti si rifugiarono nei nuovi siti di Canale e Montevirginio. Fu così che, mentre la natura si riappropriava di ogni centimetro del suolo, gli uomini asportavano tegole, legname e stipiti, spogliando completamente le abitazioni fino a ridurle in un ammasso di macerie. Ma un attento e meticoloso lavoro di recupero ha consentito il consolidamento delle opere monumentali citate e di una delle torri circolari del Palazzo ducale, diventate negli anni ’50 set cinematografici preferiti di alcuni film cult, tra i quali: “Ben Hur” di William Wyler, “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini, “Brancaleone alle Crociate” e “Il Marchese del Grillo” di Monicelli. Ancora oggi l’Antica Monterano è una quinta di pregio per attività artistiche consentite in modo regolamentato per garantire la conservazione storico-ambientale dei luoghi.
L’opera di valorizzazione di questi siti si è intensificata con interessanti progetti che riguardano l’illuminazione artistica dell’Antica Monterano, il monitoraggio dei monumenti con tecniche satellitari, fotogrammetriche e termografiche, la realizzazione di un sito web dedicato e, soprattutto, un’attenta tutela della Riserva Naturale Regionale di Monterano, istituita nel 1988, cuore di biodiversità. In questi mille ettari, infatti, nidificano il falco pellegrino e tanti altri rapaci come il gheppio biancone e una particolare specie di libellula che vive solo qui. Grazie alla presenza del fiume Mignone che attraversa la Riserva, si sono create piccole zone umide (fontanili e stagni) dedicati alla conservazione degli anfibi e degli invertebrati acquatici. Questa armonia di colori e natura, dove sopravvivono le antiche tracce degli Etruschi e dei Romani, si sposa perfettamente con i sapori tipici della Tuscia romana e della maremma laziale che ritroviamo da “Manturna”, trattoria poco distante dal Museo della Civiltà Contadina e dal Museo del Miele, dove è possibile assaporare piatti come la trippa o lo stufato di pecora che qui chiamano “pezzata”, ricotta e formaggi serviti con il miele locale di tiglio e castagno. Ma non dimentichiamo che Canale Monterano è parte della rete Città del Pane, prodotto agroalimentare tradizionale del Lazio, da apprezzare al meglio semplicemente con un giro di olio rigorosamente del posto. Per info https://www.parchilazio.it/monterano
Foto di Loredana Gelli
