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OMAGGIO A RE GIORGIO di Stefania Giacomini - GOOD IN ITALY

PRESIDENTE ON. SANDRA CIOFFI
IN COLLABORAZIONE CON ITA | ITALIAN TALENT ASSOCIATION
Direttore Stefania Giacomini
Project Web Manager    Raffaella Giuliani

GIORNALE REGISTRATO AL TRIBUNALE DI ROMA N. 197 DEL 2014
Fondatori Giacomini - Giuliani

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OMAGGIO A RE GIORGIO di Stefania Giacomini

2025
Ho scelto per ricordare il maestro GIORGIO ARMANI  proprio le ultime sfilate in cui ha salutato il suo pubblico. Voglio ricordarlo così. In fondo hanno sempre parlato per lui le sue creazioni.
Capi scelti anche dalla premier Giorgia Meloni per il suo insediamento al Quirinale.
«In quella scelta al Quirinale c'erano tanti messaggi: difesa del Made in Italy e orgoglio per la propria identità» ha detto la premier ed ha aggiunto “ha mostrato al mondo che l’Italia può essere grande senza rinunciare alla sua identità. È stato tradizione, eleganza, raffinatezza e sobrietà, lanciate oltre confine e diventate icona. Diceva che «lo stile è avere coraggio delle proprie scelte, e anche il coraggio di dire no. È gusto e cultura».
Tante le innovazioni che lo hanno reso famoso nel mondo. Dai capi da uomo destrutturati come le giacche scelte da Richard Gere nel film cult ‘American Gigolo’ iniziando una collaborazione come costumista con il cinema e vestendo tutte le star sul red carpet;  all’utilizzo del tailleur pantalone molto chic e pratico per la donna impegnata e in carriera; all’invenzione del ‘greige’ quella tonalità che fonda il grigio con i beige.
Poi la sua capacità di imprenditore lo fa sconfinare anche nel mondo del design per la casa, per gli hotel, per gli immobili di lusso come i grattacieli Armani a Dubai e a Miami.  Ultimo suo acquisto la Capannina. Del resto l’impero da sette miliardi che ha creato né è una conferma, dicendo sempre no alle lusinghe delle quotazioni in borsa e alle proposte allettanti di gruppi del lusso internazionali.
Ecco, prima di vedere il mio video con i commenti delle ultime sue proposte propongo i cinque capi cult di Armani che diceva sempre: ”L’eleganza non è farsi notare ma farsi ricordare”, un principio che trasforma l’abito in un manifesto di stile che molte attrici e star odierne non amano, purtroppo, seguire. I cinque capi cult di Giorgio Armani Il blazer destrutturato.
È il suo manifesto. Passe-partout di ogni guardaroba intelligente, elegante e pratico. Creato nel 1975, morbido, fluido, senza imbottiture né rigidità, ha cambiato per sempre il modo di intendere il completo. Era un blazer, ma sembrava un cardigan. Armani lo ha immaginato addosso all’uomo, ma ha sedotto subito anche la donna regalandole un piglio androgino. Forse uno dei primi capi davvero unigender.
Il tailleur pantalone.
Negli Anni ‘80, giacche e pantaloni scivolati e destrutturati sono il simbolo di potere della donna in carriera, indipendente, sofisticata. Lo indossano tutte: da attrici come Michelle Pfeiffer a Diane Keaton, da Cate Blanchett e persino Sophia Loren;  da teste coronate e imprenditrici di successo a telegiornaliste. Da portare indifferentemente con tacchi alti o bassi, come con le sneaker.
L’abito gioiello. La linea di alta moda Armani Privé è un laboratorio di sogni: abiti da sera ricamati con cristalli Swarovski, paillettes ton-sur-ton, fili metallici cuciti a mano, tulle impalpabili e organze traslucide che fluttuano ad ogni passo. Quando si parla di haute couture, il tocco di “re” Giorgio diventa scintillante. Hollywood ne resta conquistata. Memorabile l’abito indossato da Cate Blanchett, una delle muse della maison, agli Oscar del 2014: un capolavoro nude in tulle color champagne, tempestato di microcristalli e perle.
La giacca coreana. Negli anni ’90, spinto dalla passione per la cultura orientale, contemporaneamente all'uscita nei cinema de "Il tè nel deserto" di Bertolucci - introduce nel guardaroba maschile (e poi anche femminile) la giacca coreana. Un’icona minimale. Priva di revers, rappresenta perfettamente la filosofia di sottrazione di Armani: eliminare il superfluo per esaltare la purezza della linea. Piace perché elimina la cravatta, valorizza volto e portamento e parla un linguaggio globale.
T-shirt forever
Armani, nel gioco delle sottrazioni, sostituisce la camicia con la T-shirt girocollo e la eleva al rango di sottogiacca, per il look più casual del guardaroba. Lui stesso l’ha sempre indossata, con i jeans o i pantaloni di gabardine, facendone così una divisa personale, quasi un marchio di fabbrica. In cotone – bianca o blu – sono in molti ad averla adottata ed esibita (specie i giovani) anche sotto la giacca del tuxedo, E anche io nel mio armadio ho le tre t shirt da donna: bianca, blu notte e nera da usare sempre.
Ciao re Giorgio ci mancherai, sebbene hai organizzato tutto prima della tua dipartita cercando di mantenere intatte le caratteristiche del tuo stile. In molti ti amano anche i tuoi dipendenti: lo si è visto alla camera ardente dove tra lanterne e un mazzo di rose bianche su un a tua foto si è letto questo:
” Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto ed attenzione per le persone e per la realtà. E’ da lì che tutto comincia”.
Frase summa della tua personalità: anni fa, in alcuni momenti precedenti alla sfilata a Piazza del Popolo a Roma durante la mia intervista hai dedicato attenzione e rispetto per il mio lavoro di giornalista. Grazie
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