MFWSS26. OMAGGIO AD ARMANI, ANTEPRIMA,CAVALLI, GREGIS, BOSS, MISSONI di Stefania Giacomini
2025
Dopo la scomparsa giovedì 4 settembre, si è pensato a lungo su come sarebbe stata l’ultima collezione disegnata da GIORGIO ARMANI, re dell’eleganza italiana, su come il marchio avrebbe onorato il suo fondatore. La risposta è arrivata l’ultima sera della Milano Fashion Week: con uno show sotto i portici della Pinacoteca di Brera, animato dalla musica live di Ludovico Einaudi. Una celebrazione già programmata sotto ogni minimo dettaglio dallo stesso signor Armani, perché sarebbe dovuto essere la celebrazione dei 50 anni dell’azienda.
Il suo stile, detto armaniano, era nell’aria, e con questo show si è chiuso un capitolo. Who’s next? Chi sarà il prossimo?
ANTEPRIMA, diretta da Izumi Ogino, ha esplorato un tema di incontro tra arte e moda, trasformando oggetti quotidiani in capi unici attraverso una collaborazione con lo scultore giapponese Takahiro Iwasaki, utilizzando geometria e materiali riciclati.
ROBERTO CAVALLI alza l’asticella con una collezione firmata da Fausto Puglisi abbracciando l’oro come simbolo di forza, audacia e libertà assoluta.
Puglisi costruisce un racconto visivo che attraversa epoche e suggestioni, muovendosi tra icone come Elizabeth Taylor, Nan Kempner e Jane Birkin, donne diverse unite da uno stesso magnetismo. Il risultato è una collezione che vibra di energia, elegante ma mai statica.
Il denim, materia democratica per eccellenza, sale in passerella con un’attitudine nuova, lussuosa, scolpita. Accanto, convivono tessuti preziosi fino a un abito manifesto che unisce pizzi diversi in un disegno moresco che sembra evocare un miraggio notturno.
Il serpente, icona totemica dell’universo Cavalli, torna a reclamare il centro della scena avvolgendo sandali.
Tutt’altro mood a Villa Mirabello con la bergamasca DANIELA GREGIS. Inno alla quotidianità e alla ricercata semplicità ha giocato con le sovrapposizioni, con abiti colorati e croccanti, sotto a pullover colorati come quadri dadaisti, long dress a stampe coperti da abiti impalpabili e trasparenti. Hanno dominato i tessuti naturali, lini e cotoni stropicciati ad arte e sovrapposti a strati, in abbinamenti di colori insoliti, come rosso, rosa ed ecru
In passerella anche una sorridente Benedetta Barzini, modella acclamata negli anni '70, volto interessante nella maturità dei suoi anni.
Mettere insieme mondi diversi, dallo sport al design, dalla danza alla moda, ispirandosi a due grandi, Dieter Rams e Pina Bausch,incontro del creativo Marco Falcioni per HUGO BOSS. Lo dice chiaramente il direttore creativo, prima della sfilata. “C’è una dicotomia in Boss che è un po' paradossale perché da sempre supporta il mondo delle sport in Formula 1, golf e tennis ma è anche accanto al mondo dell'arte (con il Guggenheim da 30 anni). Due mondi con basi molto distanti. Il che può apparire un po' paradossale”.
La sfilata MISSONI ha presentato una collezione ispirata alla quotidianità che spazia tra spiaggia e città, caratterizzata da colori come lilla e verde, texture inedite e dettagli artigianali come intrecci e pelli trattate. La visione è quella di Alberto Caliri, che ha enfatizzato l'istinto di vestirsi e la spontaneità, mescolando capi nuovi con elementi ereditati o presi in prestito.