LA CUCINA ITALIANA È PATRIMONIO IMMATERIALE DELL’UNESCO di Stefania Giacomini
2025
Grande festa nella capitale. Al Colosseo anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni per festeggiare la cucina italiana patrimonio immateriale dell’umanità Era nell’aria da qualche tempo ma oggi è ufficiale: durante la ventesima sessione del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale tenutasi a Nuova Delhi, l'UNESCO ha ufficialmente iscritto il dossier “La cucina italiana, tra sostenibilità e diversità bioculturale” nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità

È anche la prima volta che un'intera cucina viene iscritta come elemento del patrimonio immateriale, una pietra miliare che sottolinea l'importanza delle tradizioni culinarie nella formazione dell'identità collettiva.
La decisione segna un momento storico per l'Italia e per il riconoscimento globale della cultura alimentare come bene culturale fondamentale.
Tra l’altro il settore registra una crescita da record, superando i 69-70 miliardi di euro nel 2024, spinto da vino, ortofrutta trasformata, formaggi, pasta e olio, con Germania e USA come mercati principali, consolidando il "Made in Italy" come potenza globale di eccellenza e tradizione. Rappresenta una voce fondamentale (quasi l'11%) dell'export nazionale complessivo, dopo macchinari, moda e trasporti, e si posiziona bene nella bilancia commerciale.
L'iscrizione rappresenta il culmine di un processo avviato e sostenuto da Maddalena Fossati Dondero, direttore di La Cucina Italiana, la storica rivista gastronomica di Condé Nast fondata nel 1929. Fossati ha lavorato in qualità di presidente del Comitato promotore insieme all’Accademia Italiana della Cucina, Fondazione Casa Artusi come comunità e con l’apporto fondamentale di Silvia Sassone titolare dell’agenzia di comunicazione strategica Spoon Group, il professor Pier Luigi Petrillo, professore con cattedra UNESCO all’UnitelmaSapienza (l'unico europeo a ricoprire la carica di presidente di un organismo di valutazione dell'UNESCO) e Massimo Montanari, professore emerito all’Università di Bologna e uno dei massimi esperti internazionali di storia dell’alimentazione.