FESTA DEL CINEMA UN PRIMO BILANCIO
2022
FESTA DEL CINEMA UN PRIMO BILANCIO
di Daniela d'Isa
Eccoci qui, la direttrice di GoodinItalywebtv Stefania Giacomini ed io, la vostra Daniela d’Isa, all’Auditorium di Renzo Piano, quartier generale della FESTA DEL CINEMA DI ROMA, arrivata a metà del suo percorso.
La prima edizione della Festa del cinema firmata da PAOLA MALANGA e GIAN LUCA FARINELLI ha un’offerta di 100 film. Abbiamo visto per voi principalmente quelli italiani, ma non solo.
L’OMBRA DEL CARAVAGGIO
Parliamo subito del film L’OMBRA DI CARAVAGGIO, che vedremo al cinema dal 3 novembre, un kolossal da 14 milioni di euro. MICHELE PLACIDO né il regista, ma a se stesso ha riservato anche la parte del Cardinale Del Monte, uno dei protettori del grande pittore, non indenne al suo fascino. Caravaggio è interpretato da un RICCARDO SCAMARCIO la cui avvenenza e fisicità matura viene ampiamente mostrata da Placido. Oggi Scamarcio ha 42 anni e non è più il ragazzino di TRE METRI SOPRA IL CIELO, il film del 2004 che lo fece diventare l’idolo di tutte le adolescenti: “Per interpretarlo- ha dichiarato nel corso della conferenza stampa l’attore pugliese- ho pensato ad un Caravaggio-Elvis Presley. Nel Seicento non c’erano i mezzi di comunicazione di oggi, la pittura era potentissima, perché parlava all’inconscio delle persone. Quando Placido mi propose il film vidi nei suoi occhi una febbre che ho fatto mia e del mio Caravaggio”.
Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, nel film viene presentato non solo come il genio del Seicento che in soli 38 anni di vita ci ha regalato capolavori che il mondo ci invidia, ma anche come un uomo estremamente seducente di cui si innamorava chiunque lo conosceva: donne, uomini, fanciulli. Il film indugia su questa “fascinazione” e non mancano scene di sesso. Affascinata ne è la nobile Costanza Colonna (una ISABELLE HUPPERT ancora bellissima con i suoi quasi 70 anni), che farà di tutto per salvarlo dalla condanna a morte per aver ucciso un uomo. Il non meno affascinante attore francese LOUIS GARREL, è l’ombra (da qui il titolo del film) un investigatore gelido e implacabile, incaricato da Papa Paolo V di dare un giudizio su Caravaggio per deciderne o meno la grazia. MICAELA RAMAZZOTTI è una delle prostitute che Caravaggio prende a modello per raffigurare la Vergine Maria.
Scritto dallo stesso Placido con SANDRO PETRAGLIA (lo sceneggiatore dei film di Placido dai tempi de LA PIOVRA) e FIDEL SIGNORILE, “L’Ombra di Caravaggio” ha nel cast diverse curiosità: ci recitano due figli del regista, BRENNO E MICHELANGELO PLACIDO. Produttrice e autrice di alcune delle musiche è la giovane attuale consorte di Michele Placido, FEDERICA VINCENTI. Un’altra delle prostitute dipinte da Caravaggio, la sfortunata Anna, si chiama LOLITA CHAMMAH e nella vita reale è figlia di Isabelle Huppert.
IL COLIBRI’
Il film che ha aperto la 17° Festa del cinema di Roma, IL COLIBRI’, è stato diretto da FRANCESCA ARCHIBUGI che lo ha tratto dall’omonimo, bellissimo romanzo di SANDRO VERONESI, 330.000 copie vendute, tradotto in 25 lingue, vincitore dello Strega nel 2020. E’ uscito nelle sale da pochi giorni, ma sta andando alla grande (quasi un milione di spettatori) e se lo merita. Perché colibrì? Perché il protagonista, un PIERFRANCESCO FAVINO al solito strepitoso, si comporta come il minuscolo uccellino, il colibrì appunto, che per rimanere immobile e poter continuare a cibarsi del nettare dei fiori nel bel mezzo di una tempesta, sbatte le sue piccole ali ottanta volte in un solo secondo. Marco- Favino è un uomo circondato da tante donne, che sembra accettare tutto quel che di bello, ma soprattutto di brutto, la vita gli riserva. Non reagisce più di tanto, insomma rimane immobile di fronte al fato avverso. Assistiamo così a lutti, amori mancati, coincidente fatali, rimorsi. Il film non parla solo d’amore, ma anche di temi importanti, compresi l’eutanasia o il disagio mentale. Come quello della moglie del protagonista, interpretata da una intensa KASIA SMUTNIAK, fragile e disturbata, forse mai amata.
ASTOLFO
PRANZO DI FERRAGOSTO lo ha rivelato quando aveva 50 anni e oggi che di anni ne ha 73 GIANNI DI GREGORIO, attore, sceneggiatore e regista di film poetici e delicati, con ASTOLFO ha portato alla Festa un’altra toccante, ironica, garbata commedia, ambientata in un delizioso e arroccato paesino a quaranta chilometri da Roma, Artena. Il protagonista (lo stesso Di Gregorio), dopo essere stato sfrattato dall’appartamento in affitto a Roma, dove aveva fatto il professore per lunghi anni, si reca appunto nel paesino dei suoi avi, ma trova il suo palazzo nobiliare quasi distrutto e perdipiù occupato da un singolare inquilino abusivo che se ne tirerà dietro altri. Ma quello che Di Gregorio vuol raccontare non è la consueta accoglienza degli altri cui ci ha abituato nei suoi film, stavolta dipinge col suo cinema i delicati colori pastello dell’amore possibile e auspicabile, quasi necessario, nella terza età. Astolfo si innamora infatti di una signora, che il figlio vorrebbe relegare al ruolo di nonna, ma…Bella, solare, con quel sorriso che solo lei può sfoggiare a 76 anni, la signora è STEFANIA SANDRELLI. Abbiamo incontrato Di Gregorio e l’umanità dei suoi film l’abbiamo rivista nei suoi occhi. Andate a vedere ASTOLFO, è un film che fa bene al cuore.
RAPINIAMO IL DUCE
Milano è ridotta in macerie: siamo nel 1945, sta per finire la seconda guerra mondiale, ma il regista di RAPINIAMO IL DUCE, RENATO DE MARIA, ha deciso di stupire aprendo il suo film con una delle canzoni più note cantate da Massimo Ranieri, “Se bruciasse la città” (1970, di Bigazzi, Savio, Polito). Scelta potente, come molte altre operate da De Maria, che col film portato in assaggio alla Festa del cinema, ma che sarà in esclusiva su NETFLIX dal 26 ottobre, offre ai suoi abbonati la risposta italiana a BASTARDI SENZA GLORIA di QUENTIN TARANTINO.
La trama è presto detta. Isola (PIETRO CASTELLITTO) è uno scalcagnato re del mercato nero, che vuole a mettere a segno uno spettacolare colpo, impossessarsi del leggendario “oro di Dongo” di Mussolini, nascosto in una fantomatica e inespugnabile “zona nera”.
Con lui agisce un gruppetto di singolari furfanti e la situazione si complica perché Isola si innamora di Yvonne (la sua reale fiamma, l’attrice MATILDA DE ANGELIS), affascinante cantante dell’unico locale notturno rimasto aperto, ma anche donna dello spietato gerarca fascista Borsalino (FILIPPO TIMI).
Colpi di scena, atmosfere livide, ritmo incalzante, effetti speciali, compreso il ricorrere (ancora Tarantino) ai fumetti per descrivere alcuni fatti, il film vede anche ISABELLA FERRARI (nella vita moglie del regista) in un ruolo di attrice nel viale del tramonto, moglie tradita di Borsalino, meno passiva di quello che lo spettatore crede…
IL PRINCIPE DI ROMA
Il regista EDOARDO FALCONE consiglia di non fare paragoni con “Il marchese del Grillo” o “Il conte Tacchia”, ma come si fa di fronte a MARCO GIALLINI un po' Sordi, un po’ Montesano e un po'… Giallini, catapultato nella Roma papalina del 1829, a non pensare a Gigi Magni o a Sergio Corbucci e ancora anche a certi personaggi dell’indimenticabile Gigi Proietti? IL PRINCIPE DI ROMA, o meglio quello che vorrebbe diventarlo, è Bartolomeo (Giallini), un uomo ricco e avido che per fregiarsi del titolo nobiliare perde anche l’ultimo briciolo di umanità e non riconosce né l’amicizia né l’amore. Ma i film, si sa, sono anche favole e tra apparizioni di illustri fantasmi e viaggi nel passato, a Bartolomeo sarà mostrata la strada della redenzione.
Dal 3 novembre al cinema, per gli amanti del genere.
WAR: LA GUERRA DESIDERATA
La premessa che si legge, appena inizia WAR.LA GUERRA DESIDERATA, è che il film è stato scritto nel 2019, tre anni prima quindi che la Russia invadesse l’Ucraina, scatenando una guerra sanguinosa che sembra non avere mai fine. GIANNI ZANASI, il regista, ci tiene a precisare che non si sente uno che “prevede il futuro, perché è il futuro che sta andando indietro” e, aggiunge, lui di Putin e della guerra ha orrore. Sì, perché il film, ipotizza che per un incidente diplomatico Francia e Spagna dichiarino guerra all’Italia. Tom (EDOARDO LEO), laureato in lingue romanze finito a fare l’allevatore di vongole e Lea (MIRIAM LEONE), figlia del sottosegretario alla difesa e terapeuta in una ASL, si incontrano e all’iniziano sembrano non andare molto d’accordo.
Ci sono poi Mauro, gestore di un pub (GIUSEPPE BATTISTON) e il padre di Lea (MASSIMO POPOLIZIO).
Piano piano la città si popola di tute mimetiche, volontari paramilitari armati, blindati per le strade cittadine, spie e generali e l’avvicinarsi del conflitto fa emergere il peggio (raramente il meglio) in ognuno dei personaggi. Nelle sale dal 10 novembre.
LA CURA
Francamente avevamo riposto molte aspettative sul primo dei due film italiani in concorso, LA CURA, regia di FRANCESCO PATIERNO, regista, sceneggiatore e scrittore napoletano. Dopo averlo visto rimangono impresse le immagini di una Napoli spettrale ma meravigliosa, in pieno lock down: corso Umberto, il rione Sanità, la stazione di Mergellina, la prefettura, il lungomare….E poi quel monologo, assolutamente teatrale, ben recitato da ALESSANDRO PREZIOSI da “La peste” di Albert Camus. Sì, perché il regista per dipingere la sua allegoria riguardo all’epidemia di Corononavirus, si è ispirato al celebre romanzo che lo scrittore francese pubblicò nel 1947 e “La cura” inizia proprio raccontando il lavoro di una troupe che sta girando un film tratto da “La peste”.
Poi assistiamo alle tragedie che abbiamo visto purtroppo realmente accadere nelle nostre città. Dottori che per salvare vite sacrificano il proprio privato. La malattia che colpisce anime innocenti e non risparmia nessuno. Ma vediamo anche accadere ciò che a parer mio non è successo. “Dopo la pandemia saremo migliori, ci vorremo più bene, riscopriremo l’amore per il prossimo”. Vi sembra davvero che sia accaduto?
Una citazione per ANTONINO IURIO ci vuole. L’attore napoletano è veramente un grande.
POKER FACE
Vi ricordate “Il gladiatore” l’ultra famoso film di Ridley Scott interpretato dall’attore neozelandese Russel Crowe? Era il 2000 e l’anno successivo vinse l’Oscar come miglior film. Ebbene qualche giorno fa in Campidoglio il sindaco Gualtieri ha dichiarato l’attore neozelandese ambasciatore di Roma nel mondo. E lui, 58 anni portati maluccio, ma che occhi e che voce! ha scelto Roma per presentare il suo secondo film come regista, POKER FACE. Contrariamente a quanto si pensa, non è un film sul gioco d’azzardo, ma un formidabile thriller. Russel lo ha girato in piena pandemia a Sidney dove vive e il film si svolge in massima parte nella fantastica villa di un miliardario (lo stesso Russell) collezionista di opere d’arte.
In Poker face c’è sì una partita a poker, ma in un certo senso è una partita con la vita. Veramente mozzafiato, specie dopo i primi 15 minuti, dal 24 novembre al cinema. Poker face è in coproduzione con ALICE NELLA CITTA’, rassegna parallela della Festa.