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AL DI QUA DEL CORONAVIRUS

COSA AVREI FATTO ……..
di Alessia Cipolla Architetto


Sarei andata di fronte al mare a respirare aria che sa di sale. Avrei tolto le scarpe e le calze per bagnarmi i piedi. Così bianchi e timidi di fronte all'acqua fredda. Sarei tornata poi al tavolo del ristorante, avrei poggiato la giacca sulla sedia vuota. Sarei rimasta con il mio maglioncino celeste, il mio preferito nelle giornate di primavera, quando il sole ti scalda i vestiti e l'anima. Avrei fatto giocare i piedi sulla sabbia calda sotto il tavolo, di nascosto. Avrei ordinato un'insalata di polipo con patate, olive, poco sedano, poi un piatto di spaghetti alle vongole, quelle veraci. Abbondanti.
Sia l'insalata, che gli spaghetti che le vongole.

Poi ancora un branzino al forno con patate e per finire niente, basta così.

Non avrei avuto bisogno di altro, il sapore del mare l'avrei voluto in bocca per tutto il giorno. Avrei brindato scegliendo con cura i miei bianchi preferiti. Avrei fissato con meraviglia tutti quegli specchietti che si agitano sul mare di aprile. In attesa dell'insalata di polipo avrei tolto gli occhiali scuri. Avrei chiuso gli occhi dirigendo il mio corpo verso il sole, svuotando piano piano la testa dai mille pensieri. Avrei ringraziato il cameriere che mi aveva permesso di stare il più possibile vicino al mare, spostando il tavolo, creando il proverbiale scompiglio. Avrei lasciato che quel sole e quell'energia entrassero dentro di me senza più barriere. Avrei respirato aria di mare mischiata all'inebriante profumo di fritto della cucina.  Ecco, avrei potuto prendere il fritto invece che il branzino, che stupida, che faccio, mo' lo chiamo, no, vabbè. Avrei pensato che il sole era troppo, che non vedevo più niente, che mi picchiava in testa, ma sarebbe stato tutto così bello e così buono da prendere volentieri una semi-insolazione. Poi dopo 3 bottiglie di vino in 2, dopo, sicuramente, dei pezzetti di prezzemolo tra i denti, avrei potuto essere  sagace, e via con battute brillanti, ma avrei preferito farmi cullare da tutti quegli specchietti sul mare. Mi sarei goduta il dipanarsi della matassa dei miei pensieri: solamente mare, sole, caldo, pesce, amore. Poi avrei pagato la metà del conto, figurati (!), e avrei lasciato la mancia al cameriere gentile, bravo e carino. Avrei passeggiato sulla riva rianimando il mio buon umore. Avrei raccontato fatti divertenti del passato e ne avrei ascoltati ridendo di gusto. Poi mi sarei stesa mollemente al sole per qualche tempo, senza orologio.

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