AL DI QUA DEL CORONAVIRUS
RITROVARE LA FORZA DALLA MIA OMBRA SUL MURO
di Stefania Giacomini Direttrice GoodinItalywebtv
La mia ombra sul muro del balcone. Ecco in sintesi è ciò che ho provato in questi giorni di isolamento. Un rapporto stretto con me stessa. Abituati come si è a girare, viaggiare, parlare con le persone, stringere la mano ed , abbracciare persone care ed amici . Abbiamo dovuto rinunciarci. Ho cancellato il mio viaggio in Giappone per riabbracciare mia figlia Ludovica. Decisione sofferta e combattuta ma ha vinto la prudenza. Io non sto a casa da sola, ho il mio adorato marito Valerio con me. Eppure sento l’isolamento del mio palazzo, nessun rumore, nessuna telefonata dei condomini. Come se si fossero dileguati, si sente solo il rumore assordante del silenzio …. Questo silenzio però non mi ha rattristato, anzi ho trovato in me la forza necessaria di fare singoli gesti quotidiani con una rinnovata serenità, nella mia casa, il nostro nido arredato con gioia ed amore. La nostra casa accogliente e comoda. Certo mi manca nostra figlia Ludovica che, per fortuna, sentiamo e vediamo con wattsup. Evviva le tecnologie! Scambiarci impressioni, vedendoci a migliaia di km di distanza e con ore di fuso orario, è un bene prezioso. Eccola è qui con noi, ci sorride, ci parla e ci racconta la sua avventura della vita a Tokyo con la minaccia del Covid 19 …..la distanza fisica si annulla e ci dà l’arrivederci al giorno seguente …
Aspetto anche l’appuntamento video su watts up, quasi quotidiano, con gli amici più cari, il collegamento via skype, via zoom. Che meraviglia le nuove tecnologie! Eppure l’uomo ha bisogno di contatto fisico ed ecco che noi italiani ci siamo inventati i canti e la musica dal balcone. Un giovane Federico Cellini, di Monte Verde, ha iniziato a fare il disc jockey dal terrazzo di un altro palazzo e l’emozione è stata forte, quando tutti abbiamo cantato l’inno di Mameli. Siamo un popolo, spesso diviso, spesso lamentoso e litigioso ma, nei momenti di maggior bisogno, scopriamo una energia e un senso di solidarietà unica al mondo, imitati da altri paesi colpiti dal corona virus. Il virus ha, al microscopio, l’immagine di un fiore, un terribile fiore che pian piano toglie il respiro, toglie la vita ed anche la possibilità di stare accanto ai tuoi cari nel momento estremo. Un virus subdolo, invisibile che può colpire chiunque, se non ci si attiene alle regole di distanza e di precauzione con mascherine e guanti.
Sto vivendo questi giorni con una forza che non pensavo di avere ma, quando di rado esco per strada per fare la spesa, o quando vedo immagini di metropoli fantasma, mi prende un senso di angoscia. Un groppo alla gola. Non può essere vero , sto vivendo un incubo…..E’ vero, purtroppo: la poca gente che incontro ti guarda con sospetto, nessun sorriso ed espressione celata dalle mascherine. Allora torno a casa, abbraccio mio marito, dopo la cerimonia del lavaggio delle mani e dico ‘andratuttobene‘, deve finire questo periodo. Ho voglia di rassicurare amiche che al telefono mi esprimono la loro angoscia. Mi trovo così di fronte al telefonino per fare per la prima volta, la diretta facebook …Parlo a chi segue la mia pagina, faccio ricerche e prendo informazioni e con l’appuntamento #iostoacasaconstefania dò indicazioni e consigli pratici e culturali, seguo i loro suggerimenti, stimolo riflessioni….. esorcizzo, così, il senso di smarrimento che, inevitabilmente, arriva quando si è costretti a casa sperando di fare cosa utile per chi è “Al di qua del coronavirus”, perché ci dobbiamo considerare fortunati: siamo ancora sani e al riparo da rischi.
E così mi nasce l’ idea di raccogliere altre impressioni. Un testo collettivo che s’intitola proprio ‘Al di qua del coronavirus’.
Dobbiamo pregare tutti, credenti e non, per chi non c’è più e per chi, medici, sanitari e volontari, è in trincea, per chi ha dato la sua vita o la rischia per salvarne migliaia. Non finiremo mai di ringraziare la loro abnegazione. Alla richiesta di 300 medici volontari hanno risposto in 8.000. Se non è cuore questo cos’è?